India al voto. La coalizione India, sfida il popolare presidente Modi.
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15/05/2024Sono circa 350 mila i praticanti del Dharma delle varie scuole nella Penisola, un dato in costante aumento che sottolinea un fenomeno non solo religioso ma sociale.
Era l’ormai lontano 1993 quando il film “Piccolo Buddha “ di Bernardo Bertolucci fece conoscere al grande pubblico occidentale e nella fattispecie italiano, la figura di Siddharta Gautama Shakyamuni ovvero il Buddha (risvegliato-illuminato) storico.
Il tutto tramite le avventure di un bambino statunitense (Jesse) in un remoto monastero buddista del Tibet che scopre di essere la reincarnazione di un Lama. Il film oltre ad un notevole incasso al botteghino, diede l’abbrivio ad un movimento di consapevolezza su quella che in effetti rimane la quarta religione più praticata al mondo con oltre 800 milioni di Fedeli.
Adesso senza scomodare rare fonti antiche di epoca romana ove si ricava esistente già un sincretismo tra le spiritualità greche e quelle buddiste, forse figlie delle conquiste culturali portate in Occidente da Alessandro il Macedone, e successivamente in un breve excursus, continua questo interesse verso l’Oriente da parte degli esploratori europei, specialmente grazie a chierici missionari italiani.
Questi sono stati un ponte tra Asia ed Europa, nelle persone di Matteo Ricci e Matteo Ripa del trascorso XVII secolo.
Venendo in età più prossima alla nostra, personalità quali Ralph Waldo Emerson e Arthur Schopenhauer, sono da considerarsi come gli antesignani di un buddismo, che potremmo definire senza fallo, in “salsa occidentale”, non dimenticando l’influenza della Società Teosofica sul finire del 1800.
Un interessante apporto fu profuso sul versante della scienza, segnatamente nella psicologia, ci riferiamo a Carl Gustav Jung il quale nel secolo scorso ha innestato nella sua visione della disciplina psicoanalitica uno stimolante tratteggio del pensiero buddista tantrico ed Hermann Hesse (nel 1922 con Siddharta), il tutto in senso lato, trascritto in opere che erano già illo tempore ben conosciute nel nostro Paese.
In Italia ci sono le varie principali correnti buddiste “Theravada Mahayana Vajrayana” su tutte, le quali aderiscono all’Unione Buddista Italiana o UBI (350.000 aderenti); caso a parte invece la Soka Gakkai che è una organizzazione prettamente laica di origine nipponica, annoverante quest’ultima circa 100.000 praticanti in Italia e 12 milioni nel Mondo.
Non ci addentreremo in un discorso complesso perché il Buddismo come corpus spirituale- filosofico è a dir poco enciclopedico, ma va specificato un andamento che oramai prosegue ineluttabile da anni, ovvero di come l’uomo occidentale e segnatamente italiano, trovi in questa filosofia di vita oltre che una pratica giornaliera, un’alternativa alle tradizioni Cristiano-Giudaiche, fondatrici spirituali della Storia come della Civiltà Occidentale.
Dunque lo sguardo sereno ed il sorriso suadente del Buddha Shakyamuni ha conquistato tantissimi connazionali nei recenti lustri, attratti dalla possibilità di compiere un percorso di autocoscienza ed automiglioramento, che non si affida ad un’entità-deità esterna quanto benevola per risolvere le miserie della vita quotidiana, ma parte da un presupposto che la battaglia è soltanto interiore, quella Buddità che consta come il perno della propria illuminazione e la scoperta del ruolo di ognuno di noi su questa Terra.
Del resto l’Italia da sempre è un coacervo di popoli e culture, un melting pot di credenze quanto di tradizioni. Inoltre in campo spirituale, non deve destare stupore pertanto, un simile interesse dei nostri connazionali in una secolarizzazione della società, cui le forme di spiritualità orientali così esotiche e così lontane alla nostra cultura, attraggono, conquistano l’individuo del XXI secolo.
Infine tali nuove acquisizioni sociali, rimandando ad un altro segno indelebile dei tempi, che non sfugge di certo all’occhio dell’osservatore attento, ovvero quello della Globalizzazione imperante, ove ognuno di noi si coniuga con le proprie “Affinità Elettive” di goethiana memoria, emancipandosi dagli aviti retaggi.
Si dice, in conclusione, che esista un’antica, affascinante profezia tibetana la quale sembra riferirsi ai tempi moderni e recita così: “Quando gli uccelli, i pesci e cavalli saranno in ferro, il Dharma verrà insegnato agli uomini bianchi”.
di Marco Naponiello giornalista