Il ritratto di un Presidente, chi è Javier Milei alla guida dell’Argentina
15/12/2023Yuliia Storozhenko, professional lashmaker e titolare della prestigiosa JS Academy
15/12/2023Anno nuovo vita nuova, non è proprio così, anche in virtù del fatto che ancora pesano gli anni bui del Covid-19, che hanno bloccato la ripresa.
La previsione del Fondo monetario internazionale è critica, infatti ha stimato, che il Pil dell’Italia crescerà solo dello 0,7% nel 2024.
Questo rappresenta un taglio netto rispetto a quanto lo stesso Fmi aveva previsto a luglio (1,1% nel 2023 e 0,9% nel 2024), ma è anche un risultato decisamente più basso di quello che il governo Meloni si è prefissato nella Nadef (Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza): +0,8% nel 2023 ed addirittura +1,2% nel 2024.
La situazione è complicata per tutti, se questo può essere una sorta di contentino. L’economia mondiale crescerà meno di quanto avvenuto in media negli ultimi vent’anni, e la zona Euro rallenterà soprattutto perché la Germania va incontro a una recessione quest’anno, per poi riprendersi l’anno prossimo.
Ma l’Italia in questo 2024 sarà la peggiore tra le grandi economie mondiali, subito dopo il Regno Unito (+0,6%). Se queste previsioni si realizzassero, sarebbero un grosso ostacolo per il governo italiano. La differenza tra un aumento del Pil dell’1,2% e dello 0,7%, infatti, è potenzialmente enorme. Soprattutto per un motivo, ossia l’Italia ha già un debito pubblico altissimo, tra i più alti al mondo in proporzione al suo Pil.
Pertanto rappresenta un problema da risolvere:occorre l’impegno principale dell’Italia che deve cercare di abbassare il rapporto tra debito pubblico e Pil. Aspetto questo che si può concretizzare in due modi, alzando il Pil, o riducendo il debito. Per i prossimi anni, la Nadef del governo Meloni mette l’Italia sul filo di un rasoio: la previsione è che il rapporto debito pubblico/Pil scenderà pochissimo fino al 2026.
Questa stima, che è già stata criticata dalla Banca d’Italia perché è troppo rischiosa, si basa anche sull’idea che il Pil crescerà dell’1,2%. Previsione che non accadrà, secondo il Fmi.
Riuscire a concretizzare buoni propositi per questo nuovo anno, sarà difficile, ma non impossibile. L’Italia ha un margine strettissimo per riuscire a diminuire il suo debito pubblico e mantenere la credibilità internazionale, purtroppo il Fmi ha dato un’ulteriore stretta a quel margine.
Infatti, sempre nel documento del Fondo si prevede che il rapporto debito pubblico/Pil dell’Italia scenderà, ma ancora più lentamente di quanto previsto dal governo. E tutto questo senza tenere in considerazione il nuovo conflitto tra Israele e Palestina, che potrebbe complicare ancora di più la situazione, oltre la guerra tra Ucraina e Russia. Inevitabilmente diventa difficile controllare l’inflazione.
I prezzi continueranno ad accelerare in Europa, nonostante gli interventi della Banca Centrale Europea. Nei Paesi dell’area Euro il tasso d’inflazione sarà più alto di quanto voluto dalla Bce almeno fino al 2025. Non ci sono stime più dettagliate per gli anni successivi, ma nel cosiddetto “orizzonte 2028” si dovrebbe tornare verosimilmente sul 2% stabile.
Prospettive che valgono anche per l’Italia. L‘inflazione dovrebbe essere al 6% leggermente più alta della media europea, per poi scendere fino al 2,6% l’anno prossimo. Anche in questo caso per “l’orizzonte 2028″ il livello dovrebbe tornare al 2%.
In conclusione anche il 2024 sarà un anno di transito, ma si intravede la luce in fondo al tunnel, con una ripresa economica che sarà finalmente stabile.
di Antonio Elia direttore responsabile