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23/10/2023Avevo poco più di 11 anni quando al cinema Ritz di Eboli andai a vedere Stand by me.
Ricordo di un’estate film capolavoro per la regia di Rob Reiner, un autore che ha saputo portare al cinema delle opere tratte dal genio di Stephen King mantenendo fede ad una dimensione reale e fiabesca proprie del cantore del Maine.
La pellicola è tratta da una delle novelle più belle (secondo chi scrive) della letteratura del ‘900 intitolata The body-Il corpo e presente nel discontinuo Stagioni diverse pubblicato da King nel 1982.
Per i ragazzi della mia generazione quella visione fu un colpo che veniva inferto alla nostra infanzia perché il film metteva a confronto quattro dodicenni con il mistero della morte.
Era il 1986 e stavo lasciando le elementari da libro Cuore per entrare alle medie che all’epoca erano una vera palestra di vita in cui dovevi necessariamente crescere per ottenere un posto nella vivace e “scostumata” società degli adolescenti.
Quel settembre avevo appena fatto la prima comunione entrando ancor di più a contatto con corpi sacrificali, corpi messianici e iconografia rituale, per questo quando sullo schermo mi si presentò la storia di Gordy, Cris, Teddy e Vern che vanno alla ricerca del corpo di un ragazzino investito da un treno venni anche io catapultato verso l’ignoto di uno buco nero che non avevo mai vissuto prima.
Ci sono esperienze, situazioni, percorsi che ci formano ma anche la Cultura, l’Arte, la Letteratura, il Cinema, come in questo caso, possono farci maturare stimolando idee e pensieri.
Ero un piccolissimo, imberbe e visionario proto-scrittore di provincia e quella visione gettò benzina sul mio fuoco creativo. Da quella sera o subito dopo iniziai a pormi domande del tipo: Quand’è che cresciamo sul serio? In quale istante della nostra vita finiamo di essere bambini? Cosa ci “trasporta” nell’età adulta? Quell’isola felice chiamata infanzia ad un certo punto e, quasi d’improvviso, viene abbandonata per sempre.
Si salpa verso gioie più edonistiche, paure più reali e il mondo degli adulti inizia banalmente a oscillare tra dolore e noia (Schopenhauer), tra sesso e cibo, tra potere e schiavitù.
Eppure (mi piace un sacco iniziare un periodo con “eppure)… la felicità dell’infanzia, le risate di cuore, quei piccoli dolori, quei ricordi indelebili legati alle tante scoperte con tutte quelle memorie che sapevano d’infinito resteranno per sempre nel nostro spirito, nascoste nel profondo del nostro animo.
A volte di notte l’infanzia riaffiorerà nei ricordi e, nel fondo del nostro inconscio, nella regione in cui albergano i nostri sogni resteremo per sempre bambini. Scrivendo rivivo la nostalgia di quelle estati in cui eravamo liberi, felici e ci sentivamo amati da tutti: persone, animali, cose e giocattoli (sì, perché anche loro nel mondo dell’infanzia hanno un’anima!). Spesso a carezzarci non erano cose reali magari qualcuno ci odiava persino per essere venuti al mondo ma noi, semplicemente, eravamo stretti alla nostra spensieratezza nel periodo in cui la nostra innocenza riusciva a salvarci da ogni tragedia.
Il tema dell’infanzia che si recide mi ha sempre affascinato e ne ho fatto un mito e un topos dei miei lavori. Non voglio essere autoreferenziale ma in molti dei miei libri: My Own! Una guerra privata (2006),
Ancora un’estate o un’estate ancora (2011), Pietre sull’Oceano (2014), L’Amico speciale (2019) e nei pochi film che ho avuto la fortuna di realizzare mi sono reso conto che il passaggio dall’infanzia all’età adulta era un momento fondamentale che sentivo il bisogno di raccontare.
L’infanzia è la sezione più straordinaria e completa delle nostre vite, attimi di Assoluto che nessuno potrà mai rubare. I ragazzi, gli amici, i famigliari che abbiamo incontrato in quegli anni sono il nostro sangue e non li dimenticheremo mai.
Uno dei passi più belli e delle frasi più iconiche del film Stand by Me è quando il protagonista Gordy ormai cresciuto e interpretato dal “sempreverde” Richard Dreyfuss scrive: “Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a 12 anni, Gesù, chi li ha”.
Credetemi è maledettamente vero. I miei amici delle medie con cui coi ho condiviso avventure, emozioni, fughe, giochi, passioni e amori rappresentano quel luogo sicuro del mio cuore e della mia immaginazione che mi porta a pensare quanto sia necessario condividere la vita, rodarla in compagnia di altri.
Quando rivedo i miei amici dei 12 anni riprendiamo il discorso sempre da dove era stato interrotto come se 35 anni non fossero mai passati e come se fossimo stati sempre e solo noi il centro dell’Universo. Ne abbiamo fatte tante con Marco, Sergio, Peppe, Renato, Salvatore che avrei materiale per poterci scrivere decine di romanzi e … d’improvviso … è successo! Una sera d’estate, infatti, mi sono fermato a riflettere osservando mio figlio e i suoi amici crescere e ho deciso di farci un film.
Per quanto indipendente e faticoso potesse essere dovevo cantare il momento che porta alla “maturazione” di un bambino. E’ così che nasce l’idea di Ella aveva nel becco un insetto, titolo impegnativo e tratto dalla poesia X agosto di Giovanni Pascoli. Era proprio il 10 agosto quando con mio figlio Joshua cercavamo in cielo le stelle cadenti e mi sentivo più ragazzino di lui.
Al cadere della prima stella nei suoi occhi felici ho rivisto me, i miei amici, Noi e con questo voglio dire tutta l’infanzia del mondo. –Crescerai presto, figlio mio e la società ti renderà crisalide ma oggi sei una farfalla colorata e sai volare riempiendo di colore tutto questo grigio.
Prova a mantenere sempre questa libertà, questa spensieratezza, questo infinito amore per le piccole cose della vita, questa fantasia che confonde ed esalta anche me. Cresci sì ma resta un sognatore.
Tu che credi ancora in Babbo Natale (o forse ce lo fai credere), tu che aspetti che la fatina porti dei soldini ad ogni dente caduto, tu sei il futuro e devi essere gioia, fare quello che desideri come ho sempre fatto anche io.
Credimi non è facile ma io sono felice, figlio mio.– Quella sera stessa ho avuto l’intuizione e ho chiamato i miei amici e collaboratori di Cinema Sociale99 a cui ho detto:- tra qualche settimana giriamo!– Ho raccontato loro questa storia: quattro ragazzi che si chiamano “fratelli” ma che nascondono alcuni segreti salgono su una montagna alla ricerca di se stessi, un viaggio che li porterà alla perdita dell’innocenza.
I personaggi sono: il vivace leader Angelo (Cuna), il chiacchierone Federico (Lettieri), lo sportivo Joshua (Guardabascio), il problematico Ires (Ylies Kamali).
Frequentano tutti la prima media e sono ragazzi che appartengono ad un’alta borghesia di paese tranne l’occhialuto Ires, bambinone di 16 anni e di origini marocchine che gli altri prendono un po’ giro ma per cui provano profondo affetto. Ires vive in una misera abitazione con l’anziana nonna ed è vittima delle angherie di uno spregevole e infimo bufalaro (Massimo Bonetti) a cui i ragazzi decideranno di fargliela pagare.
Angelo su tutti è un ragazzo viziato e spregiudicato molto più maturo della sua età e che trasporta gli amici in situazioni sempre più oscure. Il loro viaggio in montagna ha inizio dopo un momento di grande tensione e saranno i flash back a ricostruire un anno di vita dei ragazzi.
Si racconterà del piccolo furto presso la chiesa di padre Michele (Fabio Mazzari), dell’intenso rapporto che i giovani hanno con il loro insegnante (Luca Pantini), delle sfide di Basket, della passione per il calcio in strada così come delle prime piccole infatuazioni.
Lo splendore della natura, l’incontro con un lupo e il viaggio verso la vetta li cambierà per sempre dando un duro colpo alla nostra infanzia come era per Stand by me.
Con Gerardina, Dario, Irene, Tiziano, la mia famiglia (sempre presente e di grande sostegno) e gli altri colleghi ci siamo messi al lavoro per fotografare un ricordo, descrivere questo salto nel vuoto che un bambino compie quando deve crescere. Ho anticipato di un anno l’età classica dei film sull’argomento proprio perché la nostra è un’epoca social e diversa dai ragazzi di fine anni ’50 presenti in Stand by Me o di noi animali di strada nei colorati anni ‘80.
Oggi i ragazzi possono intraprendere strade ancora più tortuose se non guidati per questo con Cinema Sociale99 crediamo che film come Ella aveva nel becco un insetto possano Intrattenere, Educare, Formare. Ho scelto i ragazzi migliori, compagni di scuola di mio figlio e nel vederli recitare, interagire, giocare mi sono commosso di gioia e per la nostalgia questo mi fa credere (come autore) di essere sulla giusta direzione.
Inoltre il protagonista Ylies Kamali è stato molto bravo ad interpretare il disagio, l’instabilità e in alcuni casi la “disabilità” di un ragazzone che non riesce ad uniformarsi alla massa e che non riesce a permettersi tutta questa tecnologia. I sogni di Ires nel film sono diversi dagli altri ragazzi, lui non ha bisogno di crescere, la sua infanzia l’ha già perduta, il giovane ha bisogno di una famiglia e la trova nei compagni di avventura che chiama ossessivamente “fratelli”.
Le riprese sono iniziate il 29 agosto e abbiamo deciso di filmare circa 10 giorni al mese fino al periodo natalizio per raccontare tempi diversi nella vita dei protagonisti. Il film uscirà nel settembre del 2024 quando alcuni dei nostri piccoli attori avranno già compiuto 12 anni.
Questa opera è un dono rivolto a tutte le persone che ho amato e a tutti i ragazzi del mondo che sanno sognare.
Affronta tematiche importanti legate alla società di oggi per questo è un film a cui hanno creduto in tanti: dall’organizzazione Ets Cinema Sociale99 ai coproduttori del film Leonardo Srl Start Up Innovativa, Lino Isoldi-Oleificio Isoldi e i tanti partner come il Caseificio Di Guida, l’Ideal Bar; Fresca di Eboli, l’Antico Casale di Campagna, il College l’Harmattan di Lubumabshi ed il magazine Leonews organo ufficiale per la comunicazione del film.
I comuni di Campagna e di Eboli hanno fornito location incredibili e mentre scrivo sono in Sicilia per girare alcune scene di raccordo che definiranno meglio il passato di Ires e della sua famiglia.
Presto torneremo sul set e contro ogni previsione questo film sarà per tutti noi un sogno che si realizza e questo solo perché un giorno di tanti anni fa un bambino di 11 anni andò al cinema a vedere un film che lo traghettò verso l’età adulta.
Il trailer del film è disponibilie al link https://www.youtube.com/watch?v=0Bj6idknq1w .
Per informazioni e per sostenerci cinemasociale99@gmail.com
di Luca Guardabascio (fondatore di Cinema Sociale99)