Moda, tra colori e nuove tendenze per “ lei e lui”
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26/07/2023Estate 2023: il Tempo che farà? Il ritorno de El Niño un’estate torrida ma con alcune varianti
Non fatevi ingannare dal nome, El Niño e La Niña, il bambino e la bambina, essi sono fenomeni che producono surriscaldamento degli oceani sul tratto equatoriale, provocando uno scompenso drammatico del normale ciclo delle stagioni composto da fenomeni climatici estremi.
Quest’anno è la volta del “bambino”, un periodo di oscillazione termica che comporta un forte aumento della temperatura delle acque, di contro il fenomeno opposto, la bambina, recante una forte diminuzione della stessa con temperature rigide al di sopra delle medie stagionali.
Sono lustri interi, anzi possiamo affermare decenni, dai lontani anni ‘90 che si disputa di cambiamento climatico, una vexata quaestio ove in molti, troppi, hanno affermato tutto ed il suo contrario.
Pertanto gli scienziati non sono arrivati ad un punto di accordo, se questi siano dei fenomeni connessi ai cicli geofisici della terra e quindi collegati ai cambiamenti meteorologici delle ere planetarie, oppure vi sia (allarme storico degli ambientalisti) un forte impatto dell’attività dell‘ Homo Industrialis; soluzione forse più acconcia al buon senso vorrebbe che entrambi i nessi eziologici di causa effetto, stiano producendo quello che subiamo oramai ogni anno.
L’allarme nel nostro Paese è stato molto attenzionato, specialmente nelle regioni del Nord durante tutto il 2023 riguardo il fenomeno siccitoso da record, che si è verificato per mesi prosciugando quasi del tutto il fiume principe.
Ovvero il Po l’antico Padus romano ed allarmando oltremodo i coltivatori e gli allevatori per i danni subiti da migliaia di aziende. Poi si sono susseguite specialmente nel periodo tra maggio e giugno piogge torrenziali violentissime, che hanno rovesciato sul terreno la quantità di acqua meteorica che di solito veniva cadenzata in un arco temporale di sei mesi; infatti sono sotto gli occhi di tutti e raccontati dalla cronaca nazionale diversi episodi: valga comprensivamente l’immane tragedia consumatasi in quel di Romagna.
Purtroppo fenomeni temporaleschi estemporanei ma d’altissima violenza, si sono verificati e si potranno concretizzare secondo gli esperti, per tutta la stagione estiva in corso. Su vari siti specializzati in previsioni meteo, si sottolinea costantemente, come questa forse, sarà l’estate tra le più torride mai registrate da circa 150 anni, ovverosia da quando vi sono le rilevazioni statistiche di settore, ma va vieppiù specificato che specialmente nelle regioni del Centro-Nord molto probabilmente, ci saranno dei forti quanto repentini cambi di temperatura, dovuti appunto alla grande energia emanata dall’anticiclone africano, il quale si scontrerà con correnti d’aria più fresca provenienti invece agli antipodi, ossia dalle regioni artiche e siberiane.
Dunque forse per l’Italia non sarà un’estate rovente come si prospettava qualche mese addietro, certamente ci saranno dei picchi con temperature alte segnatamente nel Meridione, ma di limitata durata e non stagnati per settimane, mentre il Nord sarà interessato da frequenti fenomeni piovosi, ed a quanto pare, non dovremo sorbirci le ondate di calore d’oltre 40 gradi con temperatura percepita per colpa dell’alto tasso di umidità che è arrivato nel 2022 in alcune zone: Sardegna, Sicilia e Puglia su tutte, intorno ai 50 gradi…Deo Gratias!
Aspettiamoci dunque un agosto e poi settembre, pieno di contraddizioni e se da un lato potrà far la gioia dei balneari il bel tempo previsto, con grandi numeri di avventori molti stranieri che si sono prenotati nelle strutture ricettive italiane, una panacea dopo il lungo ”inverno” causato dal Covid, rimangono sul tappeto dubbi irrisolti.
A tal proposito, da sottolineare che i temporali estivi, scontrandosi con un terreno divenuto assai brullo/arido nei mesi invernali, non daranno ad esso la possibilità di assorbire l’abbondante acqua piovana, di contro le zone costiere potranno essere interessate da improvvise trombe d’aria, rendendo sempre più simile il bacino del Mediterraneo (famoso per le estati temperate e gradevoli), alla regione geografica dei Caraibi!
Chissà, non è da escludere che fra qualche tempo saremmo produttori di frutta e vegetali equatoriali: cocco, banane e avocado per citarne qualcuno, queste potranno divenire culture tipiche “tricolori”: frenesie dei cambiamenti climatici!
Ritornando al tema in oggetto, ad un’analisi superficiale qualche pioggia dopo una pletora di giornate torride potrebbe essere anche piacevole per noi comuni mortali, affinché si diluisca il gran numero degli insetti che aleggiano sulle nostre teste e regalarci così un poco di meritatissimo ristoro.
Permangono comunque sul tavolo, le preoccupazioni per i danni consequenziali all’agricoltura ed al territorio! In effetti l’Italia per oltre il 90% è a rischio idrogeologico ed un consultivo per aziende e consumatori, lo stimiamo comprensibilmente, soltanto con l’inizio dell’autunno.
Si auspica che le istituzioni nazionali e locali attuino un programma serio di monitoraggio delle zone a maggior rischio idrogeologico e si istituisca un cospicuo fondo permanente per la cura dei territori e strumenti di protezione per famiglie ed aziende che subiscono e subiranno, perdite strutturali e non solo. Invero dalla punta estrema all’altra dello “Stivale” siamo tutti o quasi, soggetti ai grandi rischi legati al clima, ed una nazione che voglia godere del diritto di cittadinanza tra quelle che dicasi civili, non può fare a meno di tutelare seriamente anche in tal senso i suoi cittadini.
Di Marco Naponiello