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05/12/2022Europrogettista: “la professione del domani anzi dell’oggi. Tra fondi diretti ed indiretti”
Da qualche anno il processo d’ integrazione finanziaria ed economica tra gli stati europei ha subito un’accelerazione sempre più decisa e costante, i finanziamenti UE erogati direttamente dalla Direzione Generale della Commissione Europea e dalle Agenzie Nazionali, denominati diretti, come quelli strutturali (SIE) finalizzati alla coesione economico-sociale tra le parti dell’Unione per diminuire i tanti gap ancora esistenti nelle macro aree nazionali, chiamati indiretti; entrambi sono giornalmente presenti nel linguaggio mediatico e divenuti familiari anche all’uomo della strada.
Tuttavia nell’ultimo biennio a seguito della pandemia da Covid ed alla connessa crisi economica, si è dato luogo ad un mastodontico intervento finanziario da parte dell’Unione per porre rimedio alla imperante stagflazione di circa 750 miliardi per la ripresa (Recovery Found) dell’economia
dei partner europei, ossia il programma di rilancio “Next Generation Ue”, di cui l’Italia è la principale beneficiaria.
Nel nostro Paese difatti l’esecutivo Conte, ha varato il P.N.R.R., il piano Nazionale di Rinascita e Resilienza, un intervento strutturato in 6 mission con oltre 190 miliardi di euro erogati al Bel Paese, di cui circa un terzo a fondo perduto, da molti analisti paragonato ad una sorta di
Piano Marshall del 21° secolo.Il compito primario del progettista europeo si concentra sostanzialmente nella progettazione e gestione dei Fondi europei con annessa, comprensione e presentazione di un progetto per far crescere le aziende e parimenti la P.A. a cui eventualmente presti
servizio, intercettando i fondi e destinandoli in seguito ai progetti operativi più svariati.
Nei bandi di concorso pubblici, in specie degli enti comunali, tale specializzazione è assai richiesta, uno dei pochi casi in cui la domanda supera di gran lunga l’offerta. Attenzionata dagli esperti inoltre, è l’iniziativa Horizon Europe (2021-2027), una diramazione diretta di quella targata 2020, per la ricerca e l’innovazione tecnologica di oltre 90 miliardi di euro, finalizzata in specie alla transizione ecologica del capitalismo mondiale e che si connota come una pietra miliare della globalizzazione prossima ventura.
Pertanto rebus sic stantibus, il lavoro di Europrogettista inequivocabilmente rimane un’occasione unica ed imperdibile per i professionisti ferrati nella “processizzazione” dei bandi europei, di mettersi a disposizione dei committenti per la crescita economica nazionale, con un occhio particolare alle piccole e medie imprese od alle nascenti start- up innovative.
Dunque alla luce di svariati indicatori, la figura dell’Europrogettista sta acquisendo un’importanza fondamentale nel mondo del
lavoro di oggi, sia che la si voglia espletare sotto le dipendenze di un’amministrazione pubblica o di un’azienda privata, ma anche
volendosi mettere in proprio, avendo anche il coraggio di sfidarsi, misurandosi nella capacità di saper comprendere un bando, scrivere un progetto in tutta la sua dovuta coerenza parametrale, e parimenti d’allestire un team a seconda della complessità del finanziamento medesimo, previo rispetto del connesso cronoprogramma.
Tutte queste specifiche testé accennate, aprono un outlook di prospettive allettanti, costituite di guadagni concreti per valenti professionisti, giovani e meno, i quali nelle rispettive aree di competenza (parliamo di commercialisti ed avvocati su tutti), potranno esprimersi al meglio.
Invero questi ultimi da lustri oramai si ritrovano ad annaspare in settori avulsi quanto congestionati oltre misura, ed a tal riguardo la progettazione dei bandi UE si configura senza fallo alcuno, una fertile possibilità di riconversione lavorativa.
di Marco Naponiello giornalista