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26/02/2024Proteste degli “alluvionati” a Forlì. In occasione di un incontro tra il Primo Ministro del Consiglio, Giorgia Meloni, e la presidente della Commissione Ursula Von der Leyen, il ministro Raffaele Fitto e altre personalità con il primo cittadino della città di Forlì, gli alluvionati del territorio romagnolo si sono radunati in Piazza Saffi per dare voce alle loro preoccupazioni in vista di alcune scelte del nuovo governo.
I comitati dei diversi quartieri hanno lamentato la mancanza di fondi necessari per la ripresa del territorio. “Non sono arrivati nemmeno un quarto dei fondi di quelli che ci avevano promesso”, queste sono le parole di una rappresentante cittadina. Le spese a cui devono far fronte sono tutte a carico dei cittadini senza alcun aiuto da parte dello Stato. I cittadini sono “indignati”.
La segretaria della Cgil Forlì-Cesena, Maria Giorgini spiega il motivo della protesta al fianco degli alluvionati.“ Sono passati otto mesi e siamo di nuovo qui a manifestare sapendo che la presenza della premier Meloni e della presidente della Commissione, Von der Leyen, è molto importante e chiediamo proprio a loro che quelle promesse che hanno fatto, ovvero il 100% dei ristori a tutte le persone alluvionate e anche al sistema economico, e al sistema della imprese venga mantenuto, come anche la promessa che questo non possa più accadere”.
La Giorgini, inoltre, sottolinea l’importanza dell’ambiente e spiega “sappiamo che il cambiamento climatico è una realtà, e sappiamo che oggi non esiste un piano nazionale di dissesto idrogeologico”.
Anzi, le risorse del Pnrr, in realtà:”vengono sottratte dal piano nazionale che serviva a tutta Italia, e oggi viene inserito nell’emergenza delle Marche, dell’Emilia-Romagna e della Toscana”.
In soatanza hanno bisogno: “non di risorse riciclate, ma di risorse aggiuntive che possano effettivamente garantire che non possa più accadere un nuovo disastro, una nuova esondazione del fiume”.
La segretaria della Cgil chiede non solo più risorse, ma un vero e proprio piano per la ricostruzione e per la prevenzione del territorio. Il cambiamento climatico è una sfida che pone il governo in una posizione di dover agire con prontezza ed efficacia per evitare che gli eventi naturali non portino a disastri enormi con conseguenze anche gravi.
La rabbia delle persone colpite si fa sentire come quella del signor Sergio che ha portato il suo esempio diretto “ci sono persone come me e mia moglie che pur avendo avuto oltre un metro di acqua in casa, pur avendo perso tutto ciò che possedevamo, comprese due automobili, non hanno avuto accesso ad alcun ristoro poiché eravamo in affitto e le risorse sono destinate solo ai danni strutturali, solo ai proprietari di casa“.
La gente è indignata e non dimentica che:”quando la Meloni andò in provincia di Ravenna disse che i “risarcimenti sarebbero stati del 100%“. Non è vero e la realtà colpisce la parte più fragile della popolazione”.
Da parte del governo sono arrivati solo i primi ristori, i primi 3mila euro che non sono sufficienti. Per quanto riguarda l’emergenza di eventi naturali, la segretaria spiega che si è davanti ad un paese impreparato: “ Occorre stabilire una volta per tutte le procedure – come risarcire –, la gestione delle persone sfollate, l’iter burocratico per distribuire i primi contributi. E invece non esiste una legge nazionale che definisca a monte un protocollo d’azione”.
Ed ancora sottolinea: “Si deve fare sempre tutto da capo, come in Toscana, come nei recenti terremoti, come ad Ischia, come in Sicilia, come nelle Marche. Sarebbe molto importante ci fosse questa legge”.
E sarebbe importante che: “prevedesse che tutta la cabina di regia post evento venga condivisa con le parti sociali, sindacati e associazioni di categoria, perché noi qui oggi siamo fuori da tutto, non sappiamo dare risposte alle persone, non siamo intermediari nelle domande. Non esiste un rapporto vero tra chi gestisce e il territorio”.
Al commissario Francesco Paolo Figliuolo: “riconosciamo tutta la serietà e l’impegno, ma è evidente lo scollamento con il territorio, la poca conoscenza di queste zone. Invece di dare la nomina di commissario al presidente della Regione si perde del tempo prezioso nominando una figura che non conosce perfettamente la situazione, creando ulteriori difficoltà alla ricerca di soluzioni efficaci e condivise”.
di Nicole Giordano vicedirettore