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21/02/2023Pronto un “Piano Mattei” per l’Africa.
Il premier italiano Giorgia Meloni ha fatto la sua prima visita in veste di presidente del Consiglio, nello stato della Repubblica algerina democratica e popolare.
L’incontro si inquadra in un contesto di relazioni con gli stati terzi considerato fondamentale per la crescita del Paese. Tale visita è stata preceduta da un primo viaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso novembre del 2021 e l’anno successivo, nel luglio del 2022, dall’ex premier Mario Draghi.
Così, nel novero di proseguire verso questa linea d’azione, la Meloni ha fatto il suo primo viaggio per un bilaterale nel paese nordafricano.
Al centro dei colloqui c’è stato il dossier sull’energia, ma non solo. Altri temi rilevanti sono stati trattati tra i quali l’industria, l’innovazione, le start-up e le microimprese.
L’obiettivo principale di questi colloqui è ampliare e potenziare la rete di amicizia tra i due attori.
In aggiunta, in campo energetico tra gli scopi prioritari individuati dai due protagonisti è rendere l’Italia il perno principale di distribuzione di gas per tutta l’Ue creando l’indipendenza da Mosca che tanto si cerca.
Per tale motivo è essenziale agire nel settore strategico del gas adottando quello che è stato definito come “Piano Mattei per l’Africa”, chiamato così in onore dell’imprenditore italiano Enrico Mattei, fondatore di Eni, il quale è stato ricordato con una lapide commemorativa di fronte la quale la stessa premier si è fermata qualche minuto e con un giardino a lui dedicato.
Questo progetto ambizioso va verso la strada di un modello di cooperazione paritario tra gli Stati. Non si tratta di un modello “predatorio”, usando l’espressione del premier perché entrambi gli Stati devono crescere insieme verso la strada dell’innovazione.
A termine dei colloqui i due attori, il premier italiano e il presidente della Repubblica africana, Abdelmadjid Tebboune hanno siglato una dichiarazione congiunta che vuole celebrare il ventesimo anniversario dalla firma del “Trattato di Amicizia, cooperazione e buon vicinato e tra Italia e Algeria del 27 gennaio 2003”.
Nel corso della conferenza stampa lo stesso Tebboune ha affermato che “La visita di Giorgia Meloni riveste importanza particolare, a 20 anni dalla firma del Trattato di cooperazione, e desidero esprimere la mia soddisfazione per il livello delle relazioni strategiche tra i due paesi amici”.
Il “Piano Mattei” deve essere un simbolo di crescita per l’Africa.
La cooperazione deve incentrarsi, oltre che sull’energia, anche sulle infrastrutture, come quelle digitali, o il settore biomedicale e le telecomunicazioni.
Un incontro che ha prodotto senz’altro risultati positivi. Diverse intese sono state siglate. Claudio Descalzi, l’ad di Eni, ha siglato con il suo omologo della Sonatrach, Toufik Hakkar , un memorandum d’intesa per l’aumento dell’interconnessione energetica tra i due Paesi e un altro memorandum per la collaborazione in materia tecnologica con lo scopo di ridurre la combustione del gas.
E’ stato raggiunto, inoltre, un accordo per la realizzazione di un nuovo gasdotto collegato alla Sardegna che trasporti “gas, idrogeno, ammoniaca e anche elettricità.”
L’incontro ad Algeri costituisce un punto di svolta nella politica del nuovo governo.
L’Italia potrebbe costituire quel “ponte” tra i due continenti e riacquisire, in questo modo, la centralità geopolitica nel Mediterraneo.
Questo significa pensare ad una prospettiva diversa sul ruolo che il paese europeo potrebbe rivestire nel prossimo futuro. In aggiunta, un compito fondamentale sarà il lavoro che avrà Roma nel gestire il processo verso una transizione ed un’energia più pulita pensando alle rinnovabili.
La guerra al confine ha fatto emergere la problematica dell’approvvigionamento energetico a cui si è data poca importanza.
Il conflitto, in tutte le sue forme, ha posto in evidenza la vulnerabilità di un continente che in questo lasso di tempo ha guardato ad una agenda di lungo termine, ossia raggiungere l’impatto climatico zero entro il 2050, ma ha sottovalutato il Paese al suo confine.
Di Nicole Giordano vicedirettore.