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26/07/2023Il capo del gruppo paramilitare Wagner, Yevgeny Prigozhin ha cercato di sfidare il Cremlino. “Una marcia per la giustizia”, un’insurrezione armata contro l’esercito russo e i suoi vertici militari iniziata con la conquista di Rostov sul Don, la principale città meridionale e capitale della regione al confine con l’Ucraina orientale.
Un territorio strategico data la presenza di un importante porto fluviale ed è la sede del quartier generale dell’ottava armata e del distretto federale della Russia. Prigozhin aveva accusato l’esercito russo di bombardare il suo gruppo su ordine di Shoigu. Il leader militare ha sottolineato come i due canali informativi, quello istituzionale e quello sul campo, seguono due strade diverse accusando di disinformazione il Ministero sia sull’andamento della guerra, sia sulla sua origine. In un video sostiene che il conflitto serva a “un gruppo di bastardi per trionfare e promuoversi”.
Una visione diversa da quella del Cremlino che vede nell’uso della forza armata l’unico mezzo di risoluzione per tutti gli abusi e soprusi subiti dai cittadini russofoni del Donbass. Per diverso tempo si è detto che Putin avesse il controllo totale del territorio e di quello che stava succedendo, e che un colpo di stato fosse stato “impossibile” da eseguire.
Eppure, il capo di quei mercenari della Wagner ha agito attraversando in sicurezza il Donbass fino in Russia, senza trovare avversità. La reazione russa non si è fatta attendere. Il presidente Vladimir Putin ha considerato questo atto ostile contro il suo popolo e il suo stato come un alto tradimento, una pugnalata alla schiena, e ha precisato che per questo gesto sarà punito.
Il Comitato antiterrorismo russo ha avviato un’indagine relativa all’appello all’ammutinamento chiedendo che qualsiasi azione illegale venisse fermata. Putin in un video si è appellato al senso di identità nazionale e all’unità per respingere qualsiasi ribellione armata.
Come si è arrivati a questo?
La tensione e la crisi per la Russia è evidente da diversi mesi. Secondo molti osservatori, Prigozhin è arrivato fino a questo punto perché era stato privato delle armi necessarie durante la lunga battaglia di Bakhmut e il capo della Wagner avrebbe minacciato di abbandonare il luogo se non avesse ricevuto gli aiuti necessari. In un secondo momento, dopo la conquista si sarebbe lamentato che le debolezze delle forze russe avevano lasciato agli ucraini spazio libero per riconquistare il territorio, rendendo inutile qualsiasi sforzo.
Questa situazione di incertezza lo ha portato ad esprimere una critica all’alto comando russo che intanto minimizzava le perdite e che faceva finta che andasse tutto bene. Si tratta di un duro colpo alla legittimità di Putin. E’ la più grave crisi politica che abbia mai dovuto affrontare fino ad ora.
Il fatto stesso che qualcuno abbia provato a sfidarlo è emblematico di qualcosa che si è rotto nell’equilibrio interno del sistema russo. Il mondo occidentale si trova di fronte a continui turbamenti che lasciano tutti col fiato sospeso. L’atteggiamento adatto in queste circostanze particolari di crisi è quello di cautela. Nelle scorse settimana, il presidente Lukashenko aveva detto che il capo dell’esercito si trovava sul territorio dello stato Bielorusso. Il Cremlino, intanto, aveva detto che non stava seguendo i suoi spostamenti.
Attualmente, sembra che Prigozhin sia a San Pietroburgo. Si è trattato di uno scontro sfuggito di mano tra le élite al comando. Un sistema militare barcollante che non ha tenuto unità e ha permesso a diverse compagnie private, coma la Wagner, di operare ognuna in maniera indipendente con una propria agenda di comando.
E’ stata utilizzata l’espressione di colpo di stato per indicare una ribellione verso Putin, ma non è stato proprio così. Tendenzialmente, un colpo di stato si ha quando un gruppo di uomini militari e non, si organizza autonomamente o con l’appoggio di organismi istituzionali o militari, volto al rovesciamento del governo in carica, o direttamente verso il presidente per causare un mutamento di regime. In questo caso, sembra che non si sia trattato di un colpo di Stato in quanto tale, ma piuttosto di una ribellione verso Shoigu e Gerasimov per rimuoverli dal potere.
In ogni caso, ora il presidente Putin lo considera un traditore e questo porta Prigozhin, con o senza intenzioni, ad uno scontro diretto con il capo del Cremlino. Nel complesso Wagner ha mostrato disciplina e slancio rispetto alle altre forze russe e questo la potrebbe portare a vincere su diversi fronti. Molti blogger militari favorevoli all’intervento in guerra parlano di un esercito russo debole, denunciando i loro fallimenti e la corruzione all’interno di essi tra i loro leader.
Di Nicole Giordano vicedirettore