Yuliia Storozhenko, professional lashmaker e titolare della prestigiosa JS Academy
15/12/2023Carne sintetica, il cibo del futuro o un rischio per la salute?
15/12/2023Riflettevo su quale articolo in questo periodo dell’anno potesse risultare interessante da leggere per i lettori e per ovvi motivi l’attenzione, alzando gli occhi al cielo, è finita sulle luci natalizie di Salerno, dunque mi sono detta e Natale sia.
Voglio subito farvi l’elenco dei luoghi comuni quali: “a Natale siamo tutti più buoni”, “non importa cosa trovi sotto l’albero ma chi hai intorno”, “a Natale ritorniamo tutti bambini”. Mi fermo qui ma potrei continuare con i buoni propositi che ci animano in questo magico clima festivo anche se la realtà è così lontana da far compagnia alla stella cometa.
Non voglio fare la guasta feste ma lo trovo francamente un periodo < pazzo > in cui più che aspettare il suo arrivo con trasporto e gioia diveniamo delle schegge appunto impazzite che devono correre ai ripari per fare tutto quello che durante l’anno era stato accantonato e rimandato a data da destinarsi. Ecco che prima di Natale quella data arriva: per cambiare l’arredamento, fare quel piccolo interventino chirurgico, comprare una nuova tv, addestrare il cane, dare un taglio alla vecchia acconciatura, ridipingere casa, cambiare commercialista o chiedere novità all’avvocato su quella causa che dura da anni.
Perchè? Semplice, Natale è dietro l’angolo e per più giorni tutto si fermerà: imprese, società, studi medici, scuole, università, uffici pubblici, professionisti e operai; insomma la pausa più lunga dell’inverno ci predispone ad acrobazie per rinfrescare le iniziative a lungo ferme su mensole impolverate.
Ma la corsa non finisce qui, continua. Si organizzano le più svariate attività benefiche, culturali, associazionistiche, mondane, sportive, in studi ed uffici professionali, e chi più ne ha più ne metta alle quali, se vuoi contare qualcosa agli occhi dei tuoi concittadini, devi presenziare e partecipare con gusto.Che significa, vi chiederete, partecipare con giusto? Che magari di quell’associazione non ti sei mai interessato, ma non puoi arrivarci impreparato e quindi ne studi la genesi e l’organigramma e quando sei al tavolo fioccano i tuoi approfondimenti sull’argomento che lasciano tutti a bocca aperta.
O ancora alla cena fra colleghi devi alzare il calice mostrando il tuo miglior sorriso proprio al collega che vorresti affogasse dopo il primo sorso di prosecco.
Si continua con le cene di beneficenza a cui i partecipanti sfilano come su passerelle, avvolti in abiti eleganti, mostrandosi ad un parterre esclusivo che vi partecipa non sapendo, né ritenendolo importante, a quale fondazione e per quale causa benefica saranno devoluti i ricavi della serata.Proseguiamo con serate mondane per scambiarsi gli auguri ove, tra fiumi di champagne e piatti di nouvelle cuisine, in realtà si auspica ardentemente di siglare importanti accordi economici e sodalizi a cui il gaudente clima natalizio strizza l’occhio nella latente speranza di chiudere l’anno in bellezza.
Segue la fase dell’addobbo in casa: albero o presepe? Oppure entrambi? Ma soprattutto albero vero o finto? Innevato o verde tradizionale? Le palline come vanno di moda quest’anno: rosse o rosa? Le luci ad intermittenza o fisse? Le decorazioni dorate o argentate? La fatica sarà ripagata dall’aver allestito casa ed in particolare l’albero più alto, più addobbato, più di tendenza, più originale, insomma più instagrammabile da conquistarsi centinaia di like che lascerà amici e parenti senza fiato.
Veniamo alla decisione analitica e scientifica di quale invito accettare per trascorrere il Natale in famiglia. La vigilia dai suoceri e il Natale dai miei? O il contrario? Mia cognata che vive a Roma oppure mia sorella anche se non sa cucinare? Mangiamo pesce o carne? E se andassimo fuori, magari in montagna? Meglio un Paese caldo, sai che invidia! Farlo a casa nostra? Ma non abbiamo un tavolo così grande. Insomma, piuttosto che organizzare io, ogni invito è bene accetto.
Tuttavia in cuor tuo sai esattamente che non puoi sfuggire alla condanna annunciata che quel parente che proprio non sopporti, e che vedi fortunatamente solo un paio di volte all’anno, è matematicamente certo che a Natale vuoi o non vuoi dovrai incontrarlo. Parte il muso e poi l’inevitabile rassegnazione sotto gli occhi offuscati dall’ira di tuo marito perché sa che quel parente è di sicuro il suo.
Superata questa fase si passa alla successiva, la convulsa corsa al regalo.Qui si entra in un girone dantesco ove lo scenario indiavolato supera l’immaginazione, lo stesso Dante diverrebbe paonazzo per la rabbia fra pacchi e pacchetti, regali inutili, budget risicati e confezioni che superino il valore del regalo stesso, simpatie ed antipatie proporzionate al volume del pensiero acquistato, caccia al prezzo più basso, file da superare, pin da ricordare, garanzie da conservare, scontrini di cortesia a gogo, speranze riposte che non cambino il regalo, misure e taglie che non si ricordano perché semmai quella persona l’hai vista tre volte in vita tua, pensi all’unico sollievo che ti resta ovvero che per le calze della befana hai ancora tempo.
Si vedono code alle casse, gente che ha le mani occupate a reggere i pacchetti da non riuscire neanche a salutarti, serpentoni di persone davanti ai supermercati ad acciuffare l’ultimo cartone di vini in offerta o allo scaffale dei pandori a buon mercato, pescherie che si trasformano in boutique open space con musica nazional popolare a tutto volume, traffico in tilt e strade bloccate, telefonate isteriche perché fra il panettone al pistacchio, ai canditi, al cioccolato, al caffè, alla nocciola hai scelto quello sbagliato ovvero il “classico” che non piace a nessuno rischiando di boicottare a tutti il Santo Natale.
Ma veniamo ai famosi cesti natalizi che sono la cartina di tornasole della tua importanza in società che va commisurata alla quantità che ne porterai a casa contribuendo alla contentezza di tua moglie che fra i tanti ne troverà di sicuro alcuni da poter riciclare. Nel mentre li passa in rassegna, ti propina la scelta dei vari candidati che devono travestirsi da babbo Natale per sorprendere i bambini, i quali la notte a letto lo assoceranno allo zio convincendosi ulteriormente che purtroppo il vecchietto dalla lunga barba bianca non esiste ma è solo una fantasia degli adulti.
Per staccare da questo turbinio prefestivo resta solo uscire a farsi una bella passeggiata sul corso o nella piazza principale ove però non ti sarà possibile tirare un sospiro di sollievo perché si aprono le danze “degli auguri”. Ci si ferma ogni due metri per scambiarsi effusioni, complimenti, saluti dovuti a chicchessia fra sorrisi e genuflessioni che si sprecano mai quanto gli inflazionati “buon Natale a te e famiglia”.
Poi ti chiedi ma chi lo conosce a questo e alla sua famiglia per i restanti 364 giorni dell’anno?! Si prende goffamente il telefono fingendosi occupati ma anche lì è un affastellarsi di messaggini ed emoticon natalizi a cui dover rispondere richiede l’intorpidimento e la conseguente caduta delle dita, quindi meglio riporlo in tasca e proseguire rassegnati. Comprendi che non puoi sfuggire al balletto degli auguri che piroetta dopo piroetta ti fanno venir voglia quasi quasi di rincasare perché ormai, dopo il decimo brindisi e calice al cielo di “cin cin”, ti gira la testa e, anche se Natale non è ancora iniziato, hai già accumulato una considerevole quantità di stress che per smaltirla preferisci tornare a lavorare. Insomma, ma è davvero diventato questo lo spirito natalizio? A quanto pare stiamo tutti sprecando l’occasione di coglierne la vera essenza che lo rende speciale.
Se provassimo a guardarlo con gli occhi dei bambini forse potremmo ancora sorprenderci per la sua dimensione semplice quanto unica. Loro sì che sono felici ed iniziano il conto alla rovescia per il suo arrivo: non andranno più a scuola, potranno svegliarsi con calma, avranno tanto tempo da dedicare alla famiglia, mangeranno di gusto senza compiti ed attività tutto si assapora meglio, si può restare comodamente sul divano a finire quel libro di racconti, si sta svegli fino a tardi a guardare il film che mette tutti d’accordo, si chiacchiera a luci spente con il fratellino che proprio non riesce a chiudere occhio perché domani è Natale e fra i parenti e i regali sarà una giornata indimenticabile.
Ecco, noi adulti invece dimentichiamoci della corsa al regalo, della tavola esageratamente imbandita, dell’albero strabiliante, degli auguri dovuti, delle cene di rappresentanza e gioiamo dei momenti, staccando la spina dalla faticosa routine quotidiana che ci fa andare spesso in tilt. Viviamo in questo periodo dell’anno giorni cadenzati dalla lentezza e dal godimento dei figli, dei genitori, dei nostri cari. Il resto lasciamolo fuori al freddo di dicembre e abbracciamo il calore delle nostre case che siano un rifugio per famiglie, allargate o tradizionali, senza necessariamente dover andare su montagne esclusive perché l’esclusività è nella quantità e qualità di tempo che abbiamo a disposizione da donare a noi stessi e a chi autenticamente amiamo.
Che siano condivisione e tempo le migliori decorazioni, semplicità e genuinità le migliori portate, attenzione e ascolto i migliori regali e godiamoci queste feste intrise di valori ancora recuperabili con l’unica certezza che la dieta inizierà dopo la befana e che non si deve essere “tutti più buoni” ma solo propensi a stappare la migliore versione di sé stessi da offrire in un sentito brindisi di Santo e Felice Natale, avvolti dalla magica atmosfera della natività più significativa della storia.
di Rossella Cerrone scrittrice