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23/10/2023Abbiamo intervistato la scrittrice Rossella Cerrone, autrice del libro intitolato “La Fortuna ha gli occhi a Mandorla”. Grazie per la sua disponibilità e sensibilità nel descrivere le emozioni del suo ultimo lavoro.
La protagonista del romanzo, Nina, che donna è?
Nina è una donna che sin da giovanissima sente il bisogno di vivere esperienze stimolanti che la spingono ad affacciarsi nel mondo con occhi curiosi e la mente aperta ad accogliere un sapere che attraverso il viaggio, lo scambio linguistico, il dialogo interculturale crescerà nel tempo e contribuirà alla sua formazione.
La sua è un’anima controcorrente che la conduce in direzioni non ordinarie e spesso dovrà difenderla dal fiume delle convenzioni in cui galleggiano pregiudizi, aspettative maschiliste e stereotipi sociali.
Non sarà facile per lei ma la forza di preservare la sua identità la renderanno caparbia e ferma a non lasciarsi trascinare troppo lontano da sé e quando a volte le succede di scivolare si risolleva ancora più consapevole che il suo posto resta ai margini di quel fiume.
Si parla di Cina e di viaggi, che significato ha il viaggio per Nina?
Per Nina il viaggio è un momento quasi sacro di riflessione interiore attraverso il confronto con gli altri attinge balsamo per il suo spirito che sente più vivo che mai e proteso a migliorare e ad imparare dalla diversità di luoghi e popoli lontani dalle sue conoscenze.
Si cala a pieno nell’ambiante e come un’esploratrice navigata va a fondo nel tessuto sociale e culturale che visita. Di ogni viaggio custodirà un significativo frammento sino a formare un prezioso mosaico che gelosamente custodirà dentro di sé.
L’amore che posto ha nella vita della protagonista?
Nina ama senza risparmiarsi credendo molto nell’autenticità dei sentimenti ma è anche consapevole che una donna prima di donarsi all’altro debba imparare ad amare e realizzare innanzitutto sé stessa attraverso il potenziamento delle capacità, il raggiungimento di obiettivi e lo sviluppo di una sua identità che viva di luce propria e non del riflesso di un uomo il quale deve essere un valore aggiunto che la inspiri ad essere una persona migliore nella vita.
Nina si cadrà e si alzerà più volte nel corso del romanzo, non le spaventa il cambiamento?
Nina ha certamente paura del cambiamento, dell’incognito appostato sul percorso a ricordarle che bisogna ritracciare le traiettorie cancellate dagli sbagli e dalle delusioni, tuttavia comprende che è necessario per la crescita personale.
Supererà le sue paure credendo fermamente che solo osando, si possano superare i propri limiti che spesso ci immobilizzano impedendoci di crescere.
Attraverso il rischio e l’ascolto delle proprie passioni e intuizioni che prendiamo le distanze da una comfort zone che annichilisce lo slancio ad afferrare le occasioni che ci aspettano dall’altra parte.
Come autrice dove hai avuto più difficoltà nella stesura del romanzo?
Sicuramente la parte conclusiva è quella che mi soddisfa meno così come il personaggio di Marco. Nina perde il suo vigore e la sua grinta si assopisce nella vita piatta e ciclica con Marco che non dà slancio e spazio alle sue passioni: non viaggia più, non si confronta con altre realtà, smarrisce ogni obiettivo.
In pratica Nina si scolla da sé stessa finendo per lasciar scivolare la sua identità.
La dinamicità della storia si affievolisce e la portata delle esperienze di vita di Nina si omologa tanto da non sembrare più lei e gradualmente si finisce per non riconoscere la donna volitiva e curiosa della prima parte del romanzo.
Cosa ci aspetta nel prossimo libro?
Vi aspettano ancora viaggi verso mete suggestive, planate in situazioni vischiose da cui con coraggio Nina riprenderà quota, e non mancheranno nuovi personaggi e colpi di scena.
Soprattutto mi ritroverò a scrivere in una condizione del tutto nuova in cui non ci saranno reti a limitare la fantasia e la forza narrativa, che si abbevera sempre alla mia fonte emotiva la cui acqua non è mai stata più limpida.
di Antonio Elia direttore responsabile