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12/05/2023Janet De Nardis è una di quelle donne che crede nelle donne, nella loro forza, nella capacità di rinnovarsi, ma soprattutto da sempre crede nel sostegno reciproco tra donne. Oggi la intervistiamo per comprendere più da vicino in quale punto del suo percorso di vita si trovi, rispetto agli obiettivi che si è prefissata.
Janet, come ti definiresti?
Questa è certamente una domanda molto difficile, non perché ami essere definita dagli altri, ma perché credo di essere davvero molte cose, di avere scoperto con il tempo e con l’esperienza di essere una moltitudine di desideri, aspirazioni e penso di possedere anche una discreta dose di qualità (i difetti li chiederei a mio marito) .
Quando ero molto giovane ero angosciata dal non possedere il fuoco sacro di chi sente fin da bambino che sarà un astronauta piuttosto che un dottore. Io ho sempre amato tantissime cose, ma non mi sono mai identificata in nessuna di esse. Poi, ho scoperto che in realtà la vita ci consente di fare molte esperienze, di imparare ad apprezzare i molti aspetti della nostra personalità e io sono sempre stata attratta dall’arte, dall’armonia e da tutto ciò che ispira bellezza, ma non quella delle riviste patinate… ma dalla bellezza che riguarda il benessere, il piacere, l’illuminare lo sguardo di chi sa “vedere“.
Credo di essere prima di tutto una madre e una compagna, ma anche una professionista che lavora nell’ambito della creatività e del giornalismo.
Sono un’accanita sostenitrice della verità e sono una fan del bene. Qualcuno direbbe che sono una sognatrice.
Di sogni sembra che tu ne abbia realizzati molti. Hai iniziato sfilando sulle passerelle degli stilisti più importanti al mondo, per poi diventare una “Signorina buonasera”, il volto di Raidue. Da quel momento in poi la tua carriera è esplosa…
Beh… raccontata così sembra una bella favola a tinte rosa, ma anche la mia strada è stata cosparsa di buche e tranelli. Non sempre ho fatto la scelta giusta, ma ho fatto sempre errori dettati unicamente dai buoni sentimenti, dall’amore, e ovviamente dall’inesperienza di cui è portatrice la gioventù.
Ho avuto anche tanta fortuna perché ho lavorato con alcuni dei personaggi più importanti e capaci in Italia, presentando trasmissioni televisive e avendo l’opportunità di lavorare nel mondo del giornalismo anche conducendo per quasi due anni il Tg del Parlamento Europeo su Class News e Class CNBC. Eppure, non mi bastava. Mi dirigevo verso una ricerca artistica più profonda che mi ha portato inizialmente a coltivare la passione per la recitazione cinematografica e teatrale, ma poi mi ha fatto scoprire quanta bellezza ci fosse nel poter creare qualcosa dal nulla. Così, ho iniziato i primi esperimenti di scrittura creativa e poi di regia, fino a fondare il Digital media Fest che mi ha aperto gli occhi sull’universo di talenti che abbiamo in Italia e che spesso non viene valorizzato.
Il Digital Media Fest è ormai giunto alla 10ª edizione. Cosa rappresenta per te questo evento?
Potrei definirlo come il mio portale verso la maturità professionale. Oggi è una realtà importante che permette a tantissimi creativi e artisti di realizzare o, a volte semplicemente, di vedere premiate le proprie idee.
Grazie a questa avventura ho avuto l’occasione di confrontarmi con professionisti di oltre 20 Paesi, di aiutare a fondare altri festival nel mondo e di fare scouting di giovani talenti a cui ho dato l’occasione di entrare in contatto con il mondo dei professionisti e delle istituzioni. Così, ho capito anche quanto per me fosse importante il rapporto con i giovani e ho avuto la grande opportunità di poter insegnare quello che avevo imparato nel mio percorso.
Infatti, sei stata la prima in Italia ad avere contribuito alla creazione di un corso universitario dedicato alle web serie e ai prodotti multimediali.
Sì, esatto. Ho avuto la fortuna di insegnare nel corso che abbiamo creato insieme al professor Mauro di Donato e al professor Andrea Minuz presso la facoltà di lettere dell’università La Sapienza, e per cinque anni (il massimo degli anni consentiti dalla legge per chi non è incardinato) ho potuto lavorare con studenti che mi hanno regalato più di qualche soddisfazione.
Da quel momento in poi è iniziato il mio percorso nell’insegnamento che ho proseguito con il master in Fashion Studies sempre presso La Sapienza (materia “Fashion Film”), e ora proseguo insegnando “Luxury brand” presso l’Accademia del lusso di Roma. La verità è che insegnare ci consente di continuare a studiare, di aggiornarci costantemente, per non parlare del bene che fa, a chi come me appartiene alla generazione X, questo essere in stretto contatto con i giovani e la loro realtà in perpetuo mutamento.
Sei caporedattore di una radio e direttore di un magazine dedicato alle donne. Cosa ti ha portato verso questa dimensione?
Credo che sia sempre il fato a guidarmi. Io semplicemente cerco di prepararmi per poter cogliere le occasioni migliori. Ho sempre amato la radio come forma di comunicazione libera dalle costrizioni della presenza fisica. Si tratta di una comunicazione dedicata esclusivamente al pensiero e alla parola. Da sei anni conduco un programma dedicato all’arte e al digitale “Incidentalis arte” e da oltre un anno l’editrice Michelle Marie Castiello mi ha dato l’opportunità di fare quello che credo mi riesca meglio: creare buone squadre di lavoro attraverso una visione d’insieme; eliminare il più possibile i punti deboli per rendere più efficaci i punti di forza di un progetto. Oggi, Radio Rid 96.8 è una splendida realtà dedicata alle donne, fatta perlopiù da donne, anche se in squadra abbiamo professionisti del mondo maschile come Marco Baldini. Amo lavorare con colleghe donne con cui mi confronto sempre molto bene.
Anche le mie collaborazioni più importanti nel Digital Media Fest e tutti i progetti che ho affrontato fino ad oggi, sono sempre stati costituiti da una maggioranza al femminile. Credo che sia prima di tutto compito di chi riesce a realizzarsi, porsi in una predisposizione premiante con le altre donne di talento.
Non prendiamoci in giro: viviamo ancora in una realtà poco paritaria in cui la donna è quella che si sacrifica di più per la famiglia, e nella maggior parte dei casi, è quella meno remunerata. Nonostante i miglioramenti di prospettiva, esistono ancora troppe donne che subiscono maltrattamenti fisici e spesso morali. Questo non vuol dire che non ci siano anche donne “pessime”, donne che non sono un buon esempio, donne che approfittano di questo momento di transizione per non rispettare le regole.
La verità è che le quote rosa sono di per sé è una brutta cosa, ma sono anche una realtà necessaria affinché, andando per eccessi, prima o poi, si trovi un equilibrio verso una società in cui gli individui vengano valutati come tali e non in funzione di sesso, religione, vaccinazioni o altro. Con la radio e con il magazine cerchiamo di portare avanti questi e molti altri importanti messaggi.
A che punto del tuo percorso ti trovi?
Da una parte credo di essere davvero a buon punto, perché so che se domani il mio tempo scadesse potrei dire di essere stata una persona felice che ha potuto toccare i sentimenti più belli. Ho avuto il privilegio di amare, di essere amata, di diventare madre e di avere piccole e grandi soddisfazioni lasciando forse qualcosa agli altri.
Dall’altra parte ti dico che mi sento continuamente ad un punto di partenza, perché la verità è che inizio sempre nuove avventure e ho davvero tanto da imparare in ogni occasione. La vita non smette di sorprendermi e commuovermi. Ho mille sogni di cassetti e mille idee che mi frullano nella testa e che continuo a mettere in piedi: nuovi, esaltanti progetti, grazie alla collaborazione di tanti professionisti che mi pregio di avere come amici.
Cosa vorresti che fosse ricordato di te?
Mi sento giovane, per questa domanda, ma dato che siamo fatalisti, ti rispondo con piacere e ti dico che l’unica cosa che conta davvero è l’eredità di affetto, quindi vorrei essere ricordata con amore. La mia più grande realizzazione è l’essere mamma della piccola Joy accanto al marito migliore che potessi desiderare.
Chiaramente, mi piacerebbe anche che una delle tante cose che faccio artisticamente, potesse restare nel tempo per continuare a raccontare qualcosa di me e del mio modo di vedere la vita, per emozionare e ispirare chi entrerà in contatto con i miei messaggi. Ovviamente non dico nulla di nuovo, ma si tratta di ciò che spinge l’uomo verso la creatività e verso le grandi opere in qualsiasi campo, come l’istinto che ci spinge verso la creazione di una famiglia e la protezione dei nostri figli.
Parlando di opere che restano sicuramente un film è un traguardo importante: parlaci di Good Vibes.
Certamente posso annoverare tra le mie conquiste l’aver realizzato l’opera prima. Tutti quelli che sono nell’ambito cinematografico sanno bene quali vette ci siano da scalare per raggiungere questo obiettivo. Nonostante le difficoltà di produzione e i mille ostacoli che si sono presentati nella realizzazione di questo progetto, sono estremamente orgogliosa del prodotto finale. Si tratta di un fanta-thriller totalmente innovativo nel panorama italiano, con interpretazioni di altissimo livello per le quali devo ringraziare tutto il cast.
Ognuno degli attori si è speso senza riserve a partire da un grandioso Vincent Riotta, passando per una talentuosissima Caterina Murino, fino a parlare di un giovane talento come Riccardo Antonaci (quest’anno anche tra i protagonisti del film “Eravamo bambini” e protagonista del film “Grosso guaio all’Esquilino con Lillo Petrolo). Good Vibes è un progetto su cui ho lavorato per oltre due anni per portare dei messaggi importanti che riguardano l’analisi di una società che deve affrontare il problema della non tutela della privacy e delle ripercussioni che questa può avere su tematiche che sono ancora molto calde come quella del femminicidio e del bullismo.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sto lavorando ad un nuovo film che spero di poter realizzare presto e ad un documentario sulla vita di Sergio Valente, ma nell’imminente sono impegnata nella selezione di opere per il Festival dei Tulipani di seta nera di cui dirigo artisticamente la sezione Digital. Poi, ci sono varie altre novità, ma non posso dirvi tutto oggi…
Di Giuppy Giuliani.
Foto di Fabrizio Vinti.