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12/05/2023La curiosità, si trova nella zona del cervello chiamata “incerta“. La stessa zona dove hanno origine fame, paura e sonno.
Visto che fino a qualche anno fa si conosceva poco sulla funzione dei neuroni che compongono la “zona incerta” del cervello, quando quest’ultima è stata trovata, le è stato dato questo nome.
Anche se la spinta motivazionale a indagare l’ignoto è considerata innata per gli esseri umani, il meccanismo neurobiologico alla base della nostra curiosità e attrazione per l’ignoto, è ancora in gran parte “sfuggente”. La risposta è la “motivazione”.
La curiosità, è quando si cercano informazioni perché si è intrinsecamente spinti, perché si vuole solo conoscere la risposta.
Il cervello entra nello “stato di curiosità” quando qualcosa attira la tua attenzione, come un fatto affascinante o un rumore inaspettato proveniente da altri ambienti.
Quindi le zone del cervello che sono sensibili alle circostanze negative si accendono per prime. Le regioni del cervello responsabili dell’apprendimento e della memoria si mettono subito in moto, così si impara e ricorda più efficacemente.
Pertanto proprio in questo momento si è pronti per iniziare a cercare soluzioni. Quando iniziamo ad imparare cose nuove lo stato di curiosità, il circuito di ricompensa si attiva.
Il cervello quindi ci premia per esserci interessati e per aver seguito la curiosità. Si tratta di dopamina, il neurotrasmettitore della ricompensa del cervello, è intimamente legata allo stato di curiosità del cervello.
Quando indaghiamo e soddisfiamo la nostra curiosità, il cervello rilascia dopamina nel corpo e ci sentiamo meglio, pertanto è molto probabile che nell’imminente futuro si voglia ripetere questa esperienza.
Tale concetto, ossia che il nostro cervello ci ricompensa per l’apprendimento corrisponde alla teoria che la curiosità ha aiutato la sopravvivenza dei nostri antenati.
Da studi effettuati da esperti della materia, si è giunti alla conclusione che gli individui più curiosi sono sopravvissuti per migliaia di anni, dando origine alla tipica curiosità degli esseri umani contemporanei.
Oggi invece la nostra curiosità non è così preziosa in termini di sopravvivenza come un tempo, ma è utile quando si considera la scolarizzazione oppure ciò che ci rende felici.
Gli scienziati sostengono che ci sono due forme di curiosità, la prima è la curiosità epistemica. Siete mai stati così attratti da una serie di libri o di un programma televisivo che vi siete sentiti obbligati a imparare tutto quello che potevate su di esso?.
Questa è la curiosità epistemica: il desiderio di colmare le lacune di conoscenza e acquisire nuove conoscenze esplicite. La seconda è invece detta, la curiosità empatica che è il desiderio di imparare di più su come gli altri pensano e sentono.
Pertanto in conclusione, il tuo “stato di curiosità” è particolarmente piacevole quando sei in una situazione sociale confortevole, ed è quando i tuoi livelli di dopamina sono al massimo. Insomma viva la curiosità che ci rende tutti più felici.
Di Roberto Di Giacomo