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15/12/2023Intervista alla Star Internazionale Cecilia De Liberti. Modella, attrice, cantante e presentatrice
15/12/2023Seconda storica coppa Davis per il tennis italiano. Dal 19 dicembre 1976 al 26 novembre 2023. Da Santiago del Cile a Malaga. Dopo 47 anni gli azzurri tornano sul tetto del mondo, al termine della finale contro l’Australia del capitano Leyton Hewitt, alla seconda finale consecutiva persa dopo quella dell’anno scorso contro il Canada.
Il punto deciso è stato messo a segno ovviamente dalla stella emergente del tennis, Jannik Sinner, grazie al successo contro Alex De Minaur con il punteggio di 6-3 6-0. Per gli azzurri è la seconda Insalatiera della storia del tennis. La squadra era composta dai tennisti, Jannik Sinner, Lorenzo Sonego, Lorenzo Musetti, Matteo Arnaldi e Simone Bolelli subentrano ai nomi del grande passato del tennis italiano: Adriano Panatta, Corrado Barazzutti, Paolo Bertolucci e Tonino Zugarelli. Filippo Volandri prende il posto di Nicola Pietrangeli.
Un trionfo che serve anche a riequilibrare un po’ un trend che ci vedeva con un passivo molto negativo, sia riguardo alla storia, sia contro l’Australia. Delle sette finali prima di questa edizione, l’Italia infatti ne aveva giocate ben tre contro gli australiani, con altrettante sconfitte: nel 1960 per 4-1, nel 1961 per 5-0 e nel 1977 per 3-1.
Nelle altre finali gli azzurri aveva giocato sono state giocate contro gli Stati Uniti (5-0 nel 1979), la Cecoslovacchia (4-1 nel 1980) e, come già detto, la Svezia (4-1 nel 1998). Un successo che scrive una nuova pagina di storia, un tabù spezzato, un sogno targato Jannik Sinner da San Candido, Bolzano. Infatti il prossimo numero uno del mondo, non è stato solo il trascinatore assoluto, molto di più.
È stato il giocatore in grado di sovvertire una delle regole divenute “sacre” negli ultimi venti anni di tennis: nessuno vince un incontro dopo aver salvato tre match point contro Novak Djokovic. Era accaduto solo tre volte in 1300 incontri del serbo. Praticamente Sinner è stato capace di ribaltare un copione che era già scritto. Insomma l’Italia la Coppa Davis l’ha vinta in quel momento, salvando quei tre match point a Nole che rimarranno nella storia del tennis azzurro.
Prima quindi dell’Australia, prima di De Minaur e prima del successo di Matteo Arnaldi, l’altro grande protagonista di questa finale. Il sanremese era il vero ago della sfida contro gli australiani. La variabile che poteva dare un minimo di incertezza all’affascinante e tesissima sfida. Ma la sua vittoria ha messo la squadra di Volandri in una posizione di vantaggio, allontanando l’unico pericolo che l’Australia poteva portare, il suo doppio.
La nazionale di Filippo Volandri ha messo a segno una vittoria che non arriva per caso, ma è certamente l’epilogo di un percorso, terminato con un trionfo. L’apice di una crescita che il tennis italiano ha cominciato venerdì 8 giugno 2018 a Parigi, al Roland Garros.
In quel giorno Marco Cecchinato regalò all’Italia una semifinale Slam che mancava da 40 anni, riaccendendo l’entusiasmo. È da lì che nascono il primo Masters 1000 italiano di Fabio Fognini a Montecarlo nel 2019, la prima finale azzurra a Wimbledon 2021 di Matteo Berrettini, le prime partecipazione alle Atp Finals, i titoli negli Atp 500, la presenza di italiani nella top 10 del tennis mondiale.
Ovvio che anche Torino come sede delle Atp Finals è un risultato di questo lungo ma splendido percorso. Il tennis italiano è tornato ad essere competitivo e forse anche temuto. Adesso possiamo dire che è diventato anche vincente.
di Antonio Elia direttore responsabile