Salute e benessere:“pesce” protagonista sulle nostre tavole.Il “Salmone” conquista gli italiani
12/05/2023Occupazione in crescita: ripresa del settore edile e delle costruzioni
12/05/2023Il valore del settore agroalimentare nell’industria economica italiana è il marchio che contraddistingue l’eccellenza del territorio nel mondo. La dieta mediterranea ne è un esempio emblematico. Il peso specifico di questa filiera ingloba diversi aspetti economici: l’occupazione, l’incrocio tra domanda e offerta e il livello di produttività delle imprese. Secondo alcune stime, sono circa 1,2 milioni i lavoratori attivi in questo campo. Si tratta di un comparto che rappresenta il marchio Made in Italy all’estero. L’agrifood territoriale ha dimostrato di essere tra i settori rilevanti, quello più dinamico grazie alla composizione eterogenea di quelle piccole e medie imprese che mantengono solida la reputazione italiana nel mondo.
L’impatto della pandemia ha, senz’altro, avuto delle ripercussioni sulle aziende che hanno dovuto affrontare crisi più o meno rilevanti a seconda del mercato di riferimento e del grado di dipendenza sull’approvvigionamento delle materie prime. Non solo la pandemia ha generato delle conseguenze importanti. Basti aggiungere l’avvento della nuova guerra in Europa che costituisce una variabile non di poco conto.
Nonostante, crisi ed inflazione la filiera produttiva di questo comparto ha saputo mantenere la sua peculiarità che la contraddistingue da quelle estere. I punti salienti del successo, ben apprezzati oltreoceano, sono l’oggettiva buona qualità dei prodotti, la trasparenza dei processi produttivi, la solida collaborazione tra l’industria e la produzione agricola e l’ottimo giudizio sulla scena internazionale relativo agli standard di sicurezza, sostenibilità e tradizione. Nel 2020, l’Italia si è confermata il primo paese europeo per valore aggiunto in agricoltura e il terzo per valore della produzione. L’Italia delle eccellenze dell’agroalimentare.
Fondamentale, è continuare nel novero di questa tradizione, non abbassando i livelli di asticella che permettono all’Italia di essere un unicum nel panorama circostante. Bisogna seguire le esigenze che il mercato ci impone. Una concorrenza spietata, ma allo stesso tempo occorre non abbandonare la tradizione che il Paese si porta da secoli, di cui è diventato un simbolo di unicità.
Standardizzare la produzione, entrare sul mercato e cercare di massimizzare il proprio profitto, non significa uguagliarsi agli altri competitor. Bensì, è crearsi uno spazio a livello globale nel quale il Paese sia il fiore all’occhiello nella sua specificità settoriale.
Il mercato del vino
Nel panorama dell’agroalimentare un posto di rilievo spetta al mercato del vino. Nella classifica della produzione per volumi, l’Italia si classifica primo al mondo. Classico rivale è il vicino francese. Ad ogni modo, la peculiarità dei vini frizzanti e anche di quelli fermi conquistano la maggior parte della popolazione mondiale. I principali mercati per l’esportazione sono gli Stati Uniti con un 24%, la Germania con il 16% e il Regno Unito con 10%. Nel mercato dell’e-commerce, il settore vitivinicolo ha registrato una crescita di circa del 30,4%. Il 2022 è stato registrato come un anno prospero. Tuttavia, bisogna confrontarsi con le stime dell’anno corrente che esaminano anche le incertezze sul futuro legate all’inflazione e alla crisi generalizzata.
Lo sviluppo deve essere accompagnato dal binomio innovazione e tradizione nel novero della cultura italiana. Un’innovazione che deve incorporare il settore tecnologico rendendolo all’avanguardia e dare un’impronta green, salvaguardando la biodiversità, i cardini del sistema internazionale moderno. Il mercato diventa sempre più competitivo e variegato e quindi diventa imperativo stare al passo con i tempi per far fronte a quelle che sono le richieste dei consumatori, per aumentare l’efficienza nella produzione e cercare di ridurre i costi, per rispettare le leggi che regolamentano la concorrenza a livello Ue e extra-Ue.
Per quanto concerne il campo tecnologico, le aziende devono essere all’avanguardia sul data-driven, ossia avere un approccio pragmatico all’acquisizione di dati e di informazioni di vario genere per assumere consapevolmente le decisioni rilevanti per la crescita in uno specifico settore. Pertanto, il caso di specie fa riferimento al numero di vendite, i costi di produzione, gli acquisti per i quali le tecnologie abilitanti 4.0, di cui fanno parte i big data, il blockchain, il business intelligence etc… sono fondamentali per la buona performance dell’azienda. In aggiunta, il tema della biodiversità associato all’idea che il patrimonio che è stato tramandato da generazione in generazione deve essere tutelato e valorizzato. Insieme a questi principi, le imprese coniugano anche le esigenze diversificate del fabbisogno interno come il trend dei vini biologici, o vegani offrendo una variegata gamma di prodotti destinati all’eterogeneità che contraddistingue i bisogni del consumatore. Basti pensare alla diversificazione di alcune grandi regioni dove producono diverse tipologie di vino, date da circostanze naturali. Si viene a creare una sorta di regionalismo territoriale circoscritto per una data area geografica. Anche la sua simbologia è cambiata nella cultura generale. Non più un semplice alimento da tavola, bensì un momento di piacere e di socializzazione.
Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo soddisfacenti, il mercato vitivinicolo italiano deve incorporare con un’innovazione costante il settore del digitale, data la numerosa richiesta di vendite con il commercio online. Questo porterà ad un ampliamento della platea dei consumatori coadiuvando, in materia di marketing, campagne di fidelizzazione all’impresa. Tale progetto esporterà la piccola media-impresa sul campo mondiale tramite il classico processo definito con il termine internazionalizzazione. Un prodotto di vendita da esportare.
Per una buona performance delle aziende è importante che quest’ultime possano essere aiutate nel proprio lavoro. Nel fare questo, è stato messo a bilancio un bonus destinato alle imprese per il potenziamento del commercio online fruibile fino al 100%. L’obiettivo del sussidio economico è ampliare le infrastrutture informatiche per il commercio online con l’apertura di un e-commerce. Permetterà all’Italia di essere molto più competitiva sul mercato.
Di Nicole Giordano vicedirettore