Made in Italy: settore trainante per l’economia
12/05/2023Intervista esclusiva a Janet De Nardis
12/05/2023Negli ultimi due anni, la ripresa del settore edile e delle costruzioni ha registrato ricadute positive sui livelli occupazionali. Nei primi sette mesi del 2022 hanno portato un +22,2% del numero di ore lavorate e del 17,1% del numero dei lavoratori iscritti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche i dati Istat sulle forze di lavoro forniscono conferme in tal senso: nel primo semestre 2022 gli occupati nelle costruzioni sono circa 1.550.000 e rappresentano il 25,2% dei lavoratori operanti nell’industria nel complesso e il 6,2% di quelli nell’intero sistema economico nazionale. La crescita degli occupati nel settore è dovuta soprattutto ai lavoratori dipendenti.
Restano però i problemi che gravano sul comparto delle costruzioni, tra le quali l’aumento incontrollato del costo delle materie prime e la loro difficoltà di reperimento. Questo genera un ridimensionamento della ripresa dei livelli produttivi registrata nell’ultimo biennio. La previsione Ance per il 2023 è di una flessione degli investimenti in costruzioni del -5,7% rispetto al 2022. Tale risultato, che comunque conferma un livello di investimenti in costruzioni particolarmente elevato, risente del mancato apporto espansivo della manutenzione straordinaria, a seguito della scadenza, a fine 2022, degli incentivi fiscali al 110%, attualmente rimodulati al 90%.
Questo segmento di mercato ha rappresentato, negli ultimi due anni, circa il 50% degli investimenti realizzati con l’agevolazione fiscale. Riguardo agli altri comparti in cui si articola il settore delle costruzioni, Ance stima un incremento degli investimenti nella nuova edilizia abitativa del +3,4% rispetto al 2022, mentre per il non residenziale privato prevede una diminuzione degli investimenti del -3% su base annua, in considerazione dell’elevata incertezza che domina il contesto economico italiano.
In merito al comparto delle opere pubbliche, la stima Ance per il 2023 è di un significativo aumento del 25% nel confronto con il 2022.
Questo grazie alle aspettative di utilizzo delle risorse del Pnrr, che ha raggiunto un apprezzabile avanzamento nella fase di programmazione e riparto dei fondi ai territori.
Per il settore delle costruzioni, il raggiungimento degli obiettivi di spesa del Pnrr nel 2023 richiede uno sforzo senza precedenti, che coinvolga pubblico e privato. Al momento persistono, le difficoltà inerenti il “caro materiali”, la scarsa capacità amministrativa degli enti, soprattutto locali, e la carenza di manodopera e di figure professionali qualificate.
Dei 108 miliardi di euro destinati ad interventi di interesse del settore delle costruzioni, 96 miliardi, pari all’89%, risultano «territorializzati», ovvero nei quali le risorse europee produrranno effetti in termini di investimenti realizzati.
Le regioni che ospitano i maggiori investimenti sono la Campania e la Lombardia, entrambe con 11,5 miliardi di euro.