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23/10/2023Si punta moltissimo per il rilancio dell’economia, sviluppo e chance occupazionale sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), approvato dalla Commissione europea.
Si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea in risposta alla crisi pandemica, e prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza.
A questi fondi si affiancano ancora altri 30,6 miliardi di euro del fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio, per la copertura finanziaria di un Piano nazionale di investimento di quei progetti coerenti con le strategie del Pnrr.
L’importante e prioritario Piano, che si articola e sviluppa in sei missioni, ha fondamentalmente tre obiettivi principali. Il primo, ha un orizzonte temporale ravvicinato, risiede nel riparare i danni economici e sociali causati della crisi pandemica da Coronavirus.
Con una prospettiva definita più di “medio-lungo” termine, il Piano affronta alcune debolezze che attanagliano l’economia e la società da decenni, ossia i perduranti divari territoriali, le disparità di genere, la debole crescita della produttività ed il basso investimento in capitale umano e fisico. Le risorse del Piano infine, contribuiscono a dare impulso a una compiuta transizione ecologica.
Pertanto il Pnrr non è soltanto un programma di investimento tradizionale. E’ stato ideato e pensato come un vero e proprio progetto di trasformazione con stanziamenti di risorse accompagnate da riforme.
Queste necessarie per superare le storiche barriere che hanno frenato lo sviluppo degli investimenti pubblici e privati, come pure le debolezze strutturali, determinando insoddisfacenti livelli occupazionali nei giovani e nelle donne.
Certamente il Pnrr aiuterà a sostenere la ripresa dell’economia, dando impulso alla crescita del Pil, e contribuendo a mantenere elevata la dinamica del reddito negli anni successivi.
Il Pnrr aumenterà inoltre la crescita potenziale e la produttività grazie all’innovazione, la digitalizzazione e gli investimenti nel capitale umano. Infatti viene stimato che grazie al Pnrr, nel 2026 il Pil sarà di 3,6 punti percentuali più alto rispetto allo scenario di base.
Nell’ultimo triennio dell’orizzonte temporale 2024-2026, si prevede che l’occupazione sarà più alta di 3,2 punti percentuali. Tali stime ipotizzano un’elevata efficienza degli investimenti pubblici effettuati, ma non quantificano l’ulteriore impulso che potrà derivare dalle riforme previste dal Piano e per quanto riguarda l’occupazione femminile e giovanile non tiene conto della clausola di condizionalità trasversale a tutto il Piano.
L’accelerazione della crescita potrà quindi essere superiore a quanto riportato nel Piano grazie all’attuazione di riforme efficaci e mirate a migliorare la competitività della nostra economia.
Dunque possiamo concludere che il Pnrr rappresenta la svolta tanto attesa per il rilancio dopo la crisi Pandemica da Covid-19.
di Antonio Elia direttore responsabile