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12/05/2023Lo Skateboarding, è una disciplina emergente che appassiona milioni di sportivi in tutto il mondo. Ma come nasce?
Sembra strano ma è nato con la conformazione del territorio della California che giocò un ruolo importante nell’evoluzione dello skateboarding.
Negli anni ’50 alcuni surfisti stanchi di aspettare l’arrivo di una buona mareggiata andarono in biblioteca a rubare alcuni assi di legno dagli scaffali e le tagliarono a forma di tavola da surf successivamente presero dei pattini a quattro ruote e tagliando a metà la piastra e fissandone una parte sul nose della tavola e l’altra parte sul tail, crearono il primo skateboard.
Nasce lo skateboard e una nuova disciplina che a quei tempi veniva definita “Sidewalk Surfing” ovvero surfing da marciapiede.
Rappresentava un mero passatempo, ma prese piede negli Stati Uniti e per tutti gli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60 continuarono a nascere nuove marche di tavole e altrettante competizioni in tutto il territorio.
In particolar modo le discipline più popolari erano più simili al moderno utilizzo delle longboard che a quello degli skateboard veri e propri in quanto gli skater cercavano di imitare lo stile e i movimenti del surf attraverso gare di slalom e downhill.
La California con il suo territorio è stata fondamentale nella creazione di questo sport. C’erano infatti a quei tempi un’infinità di vecchi acquedotti a cielo aperto completamente asciutti e abbandonati che in passato servivano a portare l’acqua dalle montagne ai terreni più aridi ma pianeggianti, delle principali coltivazioni di arance che rappresentavano il fulcro dell’economia delle città Californiane.
Con l’evoluzione degli impianti di irrigazioni, gli acquedotti a cielo aperto vennero sostituiti con quelli interrati con il risultato di regalare ai giovani skater lunghe discese concave con perfette onde d’asfalto una a destra e una a sinistra.
Così gli skater migrarono dai marciapiedi delle città ai vecchi acquedotti delle periferie.
Cosa c’entra tutto questo con l’evoluzione dello skateboarding dalla strada agli acquedotti e infine alle piscine dei giardini delle famiglie più ricche della California?
Il nesso è nel fatto che in tutto il mondo fino agli anni ’40 le piscine erano rettangolari e prive di qualsiasi superficie curva, ma nel 1939 in Finlandia l’architetto Alvar Aalto durante la ristrutturazione di Villa Mairea a Noormarkku decise di aggiungere al parco una piscina dalle linee completamente innovative, a forma di rene e con il fondo concavo su due livelli ad altezze riverse.
Durante la seconda guerra mondiale ci fu un esodo di artisti dall’Europa agli Stati Uniti che andavano cercando un Paese con meno restrizioni dove esprimere al meglio la loro arte.
Da subito gli architetti europei divennero molto richiesti dalle famiglie di alto rango, proponendo ai committenti americani queste piscine dal disegno innovativo, che divennero simbolo di lusso ed eleganza.
Nel 1975, la contea di Del Mar in California, a causa di una grave siccità che colpisce la regione, durante quell’estate, è obbligata a vietare ai propri cittadini non solo di usare l’acqua per riempire le piscine, ma anche per irrigare i prati, in modo da preservarla per scopi più importanti.
Un gruppo di ragazzini stanchi di aspettare una buona mareggiata ma anche stanchi di skateare sul canali prosciugati, scavalcano la staccionata di una casa e con le loro tavole iniziano a skateare le superfici curve della piscina del tutto simile a quella progettata da Alvar Aalto che permettevano di imitare al meglio i movimenti del surf da onda.
Quei ragazzi erano Tony Alva, Jay Adams and Stacy Peralta e questo era solo l’inizio di una lunga serie di “illegal back-garden sessions” che incendiarono la scena skate Californiana cambiando radicalmente la storia di questa disciplina.
E questa è la storia di come è nato lo skateboarding e di come un architetto finlandese ha dato vita all’evoluzione di questa disciplina che ha portato lo skateboarding ad essere quello che conosciamo oggi.
Di Antonio Elia direttore responsabile